VENERE EUPLONIA PROPIZIATRICE BONI NAVIGANTI
Il primo fiore della Dea fu, senz’ombra di dubbio: Rodov ovvero la rosa, che secondo i più informati era nata addirittura dalla stessa schiuma che aveva generato la Dea. Rodos è anche il nome del figlio o figlia (le testimonianze si fanno incerte) di Afrodite e Poseidone, dio del mare, collegato anche coi tori ed i cavalli che ha un rapporto particolarissimo con lei, troppo passionale per essere fraterno, troppo libero per definirsi coniugale.
Omero associa con tutta naturalezza la rosa ad Afrodite nell'Iliade, canto XXIII, verso 186: è il culmine delle tragedia, Achille ha ucciso Ettore e minaccia di gettarlo in pasto ai cani, ma non avviene perché:
"... i cani li teneva lontani la figlia di Zeus, Afrodite
di giorno e di notte, l'ungeva con olio di rose,
ambrosio, perché, Achille non lo scorticasse tirandolo..."
Per avere una descrizione completa dei giardini d'Afrodite dobbiamo invece aspettare il VI sec. a. C. con le intramontabili parole di Saffo, la poetessa greca che dirigeva un tiaso, connesso appunto al santuario della Dea da un sacro giardino:
..."da Creta a questo tempio
divino: v'è un bosco gentile
di meli, are vaporano d'incensi.
L'acqua fredda risuona fra le rame
del melo e la radura è un'ombra
di rose. In un palpito di foglie
cola sopore.
Nei pascoli prativi, fioriture
di primavera: spira un alito
di finocchi, soave..."
Pochi sanno, infatti, che il melo era sacro alla Dea e che il suo frutto n'era addirittura considerato un'epifania. Nel giardino di Saffo c'era però anche un melograno, che si diceva piantato da Afrodite stessa, e poi cerfoglio, meliloto, finocchi, salvia e viole La viola mammola viene, infatti, associata alla rosa nella confezione di corone ed è citata già da Pindaro (ditirambo II v. 24-25) di qui e non già da un'immagine reale, Leopardi trasse la famosa "donzelletta che vien dalla campagna col mazzolino di rose e di viole", anche perché, nei nostri climi le viole fioriscono da febbraio ai primi di marzo, mentre per le rose bisogna attendere maggio inoltrato.
Infine nel giardino greco non mancavano mai i papaveri, con cui si preparavano pappette calmanti e sonniferi.
Così addomesticati i giardini d'Afrodite continuarono ad essere frequentati anche in città.
Mentre fiorisce la civiltà greca il resto del Mediterraneo sta a guardare un po’ perplesso e non di rado critico: nella Bibbia si fa strada l’opposizione fra i "giardini d'Afrodite" e la buona terra, in cui si coltivano alimenti ed affetti legittimi e nel mondo ellenistico "andare a Cipro" diventa sinonimo di folleggiare… ma navigando verso Occidente ci aspetta una grossa sorpresa: Roma s’identifica senz’altro come figlia della Dea!
Venus era in principio uno spirito asessuato, che fecondava e proteggeva gli orti ed i giardini coltivati; solo più tardi, a contatto con lo spregiudicato mondo ellenistico, diventa degna erede d’Afrodite. Virgilio non inventa la storia della fondazione di Roma da parte di Enea, ma si riferisce ad un mito antico, in parte suffragato dalla storia: dopo caduta di Troia, che la tradizione fa risalire al 1184 a. C. numerosissimi fuggiaschi, indenni e carichi di provviste e gioielli, riuscirono a mettersi in mare e fondarono un numero considerevole di città, soprattutto considerando l'epoca!
Verrebbe quindi del tutto logico pensare che il frutto di questo movimento siano state appunto le città che vantano infatti origine troiane: Ferrara, Mantova, Piacenza, Parma, Imola, Pisa, Prato, Fiesole, Metaponto, Siris ed in Italia; Salamina sull'isola di Cipro; Parigi, Troyes e Vannes con gran parte del territorio loro annesso in Francia. In realtà basta un'occhiata ad una cartina del Mediterraneo per notare che, a parte le vicende di Metaponto, fondata da Nestore e di Siris, che vantava il culto della vera Atena di Ilio, le colonie greche non sono affatto le città che vantano origini troiane: nell'Italia Settentrionale, per esempio, sono autentiche colonie solo Adria e Spina, mentre in Francia il fenomeno interessò il Meridione, ma il legame coi troiani è rivendicato dal Nord. E c'è di più: quasi tutte le città che vantano "origini troiane" non sono state fondate affatto, ma nascono del tutto spontaneamente da agglomerati locali in gran parte autoctoni, etruschi in Italia e gallici in Francia, in cui i rapporti commerciali col medioriente appaiono documentati solo molto più tardi e precisamente quando la Magna Grecia è ormai una realtà storica.
Infine tutte le città in questione sono vicine all'acqua e possiedono un porto marittimo o fluviale. Particolarmente interessante è la somiglianza tra il territorio delle Venezie nell'Alto Adriatico ed il territorio dei Vénètes, attorno all'attuale Vannes, entrambi a carattere lagunare, con una vita organizzata nello stesso modo. Le popolazioni, che parlano un linguaggio completamente diverso, hanno tuttavia dedicato a Venere la propria terra. Afrodite greca nasce dalla spuma del mare ed è innanzitutto una dea della fecondità legata all'acqua. Quando i Rodi fondano Parthenope vi istituiscono il culto di Afrodite Euploia, propiziatrice della "buona navigazione".
Come Afrodite o come Venere la Dea continua ad essere il nume tutelare dei viaggi per mare e quindi la fondatrice delle nuove città, siano esse greche o troiane, tanto che pur d'avere la sua protezione le più superbe potenze non esitano ad "inventarsi" un passato di scon fitte.
Ma non basta: anche i Visconti, duchi di Milano e la Francia Merovingia vanteranno, in pieno medioevo, origini troiane!
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