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martedì 29 giugno 2010

Paolo Conte Via Con me ((t's wonderful)

PO ISOLA LARIONE E ISOLA GOVERNO ACOA LAMA LAGO

Larione (fiume)
http://www.governolo.it/Storia/antico_p ... mincio.htm
...
A questo punto il Marani ci presenta la problematico questione di dove esattamente fosse l'antico punto di confluenza del Mincio col Po. I documenti medievali mostrano indifferentemente che il Mincio sfocia nel Po o nel Lirone (Torelli R.M.: 1 ottobre 997 n. 255; 4 maggio 1.101). E' da precisare che Larione era l'attuale denominazione locale di un ramo del Po. Essa coincideva con il corso che segue oggi il fiume mentre il corso principale era quello che ora viene denominato Po vecchio, con alveo ora quasi asciutto.
Più incerto è il luogo esatto dell'incontro dei due fìumi. Oggi avviene a Km. 1,5 da Governolo. Il Marani fa notare che in alcuni documenti (Torelli R.M.: 13 agosto 1096 n. 121; - 22 febbraio 1159 n. 309) Governolo viene citata come luogo di esazione daziaria per le imbarcazioni del Po arrivando alla conclusione che il paese sorgeva sulle rive del Po Larione e non su quelle del Mincio. A tale proposito avanza due ipotesi.
La prima (avvalorata dal documento dell'anno 1109, Torelli R.M. n. 144) suppone che il villaggio del periodo matildico fosse stato abbattuto e ricostruito a distanza. La seconda suppone l'esistenza di una larga ansa del Larione la quale bagnava Governolo dove ora vi è l'ultimo tratto dell'alveo del Mincio che sfocia in Po.[2] E' interessante osservare come nel 1231 un documento mostra la foce del Mincio situata presso Governolo (Atti e memorie dell'Accademia Virgiliana, vol. 1, parte 1, 1908, pag. 68). Altra conferma viene data dalla «Divina Commedia» (Dante, Inferno canto XX). Vedi anche articolo Antico percorso del Mincio in C. Gobbetti "Passeggiando lungo il Mincio" p. 76 ...

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Larius il nome probabilmente ligure del lago di Como, riflette perfettamente la sua configurazione, poiché correndo da nord a sud si divide in due rami. Larius corrisponde ad antico babilonese lârum (ramo, biforcazione, ‘branch, fork’).
La stessa etimologia ha il nome dell'antica città dei Frentani, Larinum, ubicata su un ramo del Tifernus: -inum corrisponde ad accadico -īnum che ha costantemente il significato di " fiume ", più che di " sorgente ".

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Studio storico dell'antico corso del Mincio

(tratto da Claudio Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 23 - 26) /font>

Egidio Azzi così descrive il nostro fiume:

« Il Mincio, fiume della Lombardia, nasce con il nome di Sarca dalle pendici orientali dell'Adamello, scorre attraverso la parte settentrionale delle Giudícarie e si getta nel lago di Garda 4 Km. a sud-est di Riva. Esce poi da questo lago presso Peschíera, col nome di Mincio; si apre presso Mantova in tre laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore. Uscito dal lago Inferiore, percorre 22 Km., quindi si getta nel Po presso Governolo. Il suo percorso complessivo è di Km. 192, di cui 66 col nome di Mincio. Prima dei lago di Garda è impetuoso, in seguito (dopo Mantova) è navigabile... ».

Per quanto riguarda l'antico corso del Mincio, sono molti gli autori che hanno tentato di affrontare questo studio. Fra essi lo studioso prof. Ercolano Marani, il quale mostra in maniera abbastanza convincente che il Mincio è sempre sfociato nel Po. Per parecchi secoli si è ritenuto che in età romana il Mincio sfociasse nel Fissero il quale unendosi al fiume Tartaro sboccava nel mare Adriatico, senza quindi diventare affluente del Po. Secondo Marani il più vecchio accenno alla presunta antica indipendenza del Mincio dal Po fu dell'Aliprandi, criticato come autore troppo influenzato dalle dicerie popolari e forse dalla sua stessa fantasia. Lo studioso mostra come provenga dall'Aliprandi l'analoga e più approfondita affermazione del noto ingegnere secentesco Gabriele Bertazzolo, dal quale poi dipenderanno tutti gli altri autori, anche i più recenti. Il Marani sottolinea l'analogia di certe frasi costruite dal Bertazzolo, in stretta armonia con l'Aliprandi. Il Bertazzolo poi, vanterebbe una scoperta tratta da un'antica scrittura scolpita in una torre presso Ostiglia. La lapide, per il crollo della torre nel 1450, fu smarrita nel Po. Il Bertazzolo, però, riuscì a farsi cedere, da un vecchio astrologo, una copia manoscritta della preziosa iscrizione. La lapide dimostrava come un ordine del Senato e del popolo romano avesse fatto realizzare dal magistrato Quinto Curio Ostilío (colui che avrebbe dato il nome al paese di Ostiglia) la deviazione artificiale del Mincio nel Po (cfr. la trascrizione e traduzione della lapide in C. Gobbetti "Governolo un viaggio …" p. 161). Il Bertazzolo quindi avrebbe sostenuto quanto affermato dall'Aliprandi: la deviazione in Po nell'età romana, cioè prima dell'incontro di Attila con S. Leone Magno.[1]

Il Marani nell'affermare che il Mincio è sempre sfociato nel Po si rifà all'autorità dei grandi geografi del mondo classico i quali insistono sul fatto che il Mincio sboccava nel Po come oggi:

a) Strabone « il fiume Mincio ... l'Adda ... il Ticino "pantes deeis ton Pàdon syrréusi" (tutti codesti confluirono nel Po) » (Geograíìa lib. IV cap. VI, 12; pag. 174 vol. 1 nella edizione curata da Muller e Dubner, Paris, 1.853-77);
b) Plinio il Vecchio fra gli affluenti del Po non trascura il Mincio (Naturalis I-fistoria, lib. Il 1 1 6; pag. 251, vol. 1, nella ediz. curata da Sillig, Lipsia, 1.831 );
c) Tavole dell'età imperiale della geografia di Tolomeo nella tavola VI dell'Europa il Mincio ha un corso simile all'attuale terminante nel Po. (Tabula VI Euiopae, ad es ' nell'edizíone di Venezia del 1562; Geographia CI. Ptolemaci Alexandrini, apud Vincentium Valgrisium).


A questo punto il Marani ci presenta la problematico questione di dove esattamente fosse l'antico punto di confluenza del Mincio col Po. I documenti medievali mostrano indifferentemente che il Mincio sfocia nel Po o nel Lirone (Torelli R.M.: 1 ottobre 997 n. 255; 4 maggio 1.101). E' da precisare che Larione era l'attuale denominazione locale di un ramo del Po. Essa coincideva con il corso che segue oggi il fiume mentre il corso principale era quello che ora viene denominato Po vecchio, con alveo ora quasi asciutto.
Più incerto è il luogo esatto dell'incontro dei due fìumi. Oggi avviene a Km. 1,5 da Governolo. Il Marani fa notare che in alcuni documenti (Torelli R.M.: 13 agosto 1096 n. 121; - 22 febbraio 1159 n. 309) Governolo viene citata come luogo di esazione daziaria per le imbarcazioni del Po arrivando alla conclusione che il paese sorgeva sulle rive del Po Larione e non su quelle del Mincio. A tale proposito avanza due ipotesi.
La prima (avvalorata dal documento dell'anno 1109, Torelli R.M. n. 144) suppone che il villaggio del periodo matildico fosse stato abbattuto e ricostruito a distanza. La seconda suppone l'esistenza di una larga ansa del Larione la quale bagnava Governolo dove ora vi è l'ultimo tratto dell'alveo del Mincio che sfocia in Po.[2] E' interessante osservare come nel 1231 un documento mostra la foce del Mincio situata presso Governolo (Atti e memorie dell'Accademia Virgiliana, vol. 1, parte 1, 1908, pag. 68). Altra conferma viene data dalla «Divina Commedia» (Dante, Inferno canto XX). Vedi anche articolo Antico percorso del Mincio in C. Gobbetti "Passeggiando lungo il Mincio" p. 76

[1] G. BERTAZZOLO, Op. Cit. « Il discorso sul Sostegno... », pag. 34. La tesi del Bertazzolo fu accettata senza discussioni dagli storici del settecento: F. Amadei (« Cronaca Universale della città di Mantova », Vol. 1, pagg. 94-95); F. Tonelli (« Nelle Memorie di Mantova », 1777, pagg. 173-180); Giovan Battista Visi «< Notizie storiche della città e dello stato di Mantova », 1781, Vol. 1, pag. 283. Lo stesso Visi si contraddice a pag. 95 in quanto sembra ammettere che il Mincio nell'evo antico sfociasse nel Po); G. Filiasi (« Memorie storiche dei Veneti », 1796-98, Tomo 1, pagg. 26-27, 145, 171, 232, 275, 283; Tomo III, pagg. 100-101, nella carta dell'antica idrografia il Mincio è disegnato scorrente al mare nell'alveo che ora è il Fissero e il Canal Bianco). Fra gli storici dell'ottocento: G. Lodi; E. Paglia (« Saggio di studi naturali sul territorio mantovano », 1879, pagg. 266-267) [2] MARANI, Appunti sull'ambiente lacustre di Mantova fra l'antichità e il medioevo, pagg. 9-17. Estratto da « Bollettino Storico Mantovano » a. V, n. 17-18, Mantova gennaio-giugno 1960.

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I reto-euganei discendenti dei palafitticoli (decine di oppida eugani, almeno 34 secondo Plinio (III, 134) riportando Catone), dei veneti (decine di villaggi o città, almeno cinquanta secondo il geografo greco Pseudo Scymno III° a.C.).

Da:

Edizione del 1976

sabato 12 giugno 2010

Naples, Capri, Pompéi juin 2009 1456

Mes toiles

Mes toiles

Mes toiles

Porti di mare (Ste Ave Mari e) Grande endolaguna, su Isole di pali

LA NAVIGAZIONE ISOLE SPARSE VENEXIA 
da Luigi Gigio Zanon


«Porti di mare (Ste Ave Mari e) Grande endolaguna, su Isole di pali»

di Liana Martone

Frederik C. Lane nella sua Storia di Venezia cita un vecchio proverbio secondo il quale «i nemici della Laguna 5{)no tre: la terra, il mare, l'uomo».
L "interesse veneziano per la terra e i suoi fiumi è ricco di testimonianze. Fin dall'866, dopo aver vinto Comacchio, la più pericolosa rivale, Venezia poteva controllare le foci dei fiumi che penetravano nel nord Italia.
Nei secoli IX-X-XI i battelli viaggiavano in convogli lungo i fiumi per non cadere nelle mani dei signori delle regioni attraversate. Le barche fluviali erano soggette a regolamentazione governativa, con rigidi controlli nel passaggio dalla Laguna ai fiumi.
I battelli venivano marcati con una sorta di staffa (chiave), che serviva a segnare la linea di carico; se la chiave appariva sommersa il battello veniva multato.
Dopo il 1000 Venezia si volge dai fiumi al mare, pur senza perdere di vista il controllo dei corsi d'acqua. L'istituzione di magistrature e provvedimenti in materia di acque si susseguono quasi senza interruzione, e nei secoli XIII e XIV si moltiplicano le norme di salvaguardia dei lidi.
Dopo i Soprastanti ai Lidi (1275), nel 1282 viene istituita la Magistratura del Piovego, con estese competenze, mentre nella seconda metà del XV secolo Venezia dà il via a una serie di interventi sui fiumi del bacino lagunare
Nel Ì48l a Stra viene utilizzata la prima chiusa a due porte, per facilitare la navigazione dei fiumi. Quindi vengono istituiti il Magistrato alle Acque (1505), con giurisdizione sulla Laguna e i fiumi; il Magistrato del Beni Inculti (1556), che si occupa di canali interni e bonifiche di terreni mediante «retratti»; l' Ufficio dei Provveditori dell' Adige (1586) e il Magistrato dell'Adige (1678).
Dopo la guerra con Ferrara (1482-84), Venezia controlla il corso inferiore dell' Adige, una delle più importanti vie d'accesso all' Adriatico per le merci provenienti dall'Inghilterra e dall'Olanda.
Per alcuni secoli Venezia ha sul fiume Adige «un porto di mare in terra» e in Contrada S. Marco alle Carceri di Verona i mercanti veneziani possiedono un fondaco con casa riconosciuto «zona franca».
Da un documento del 1596 si apprende che le merci da Anversa venivano inviate a Bruxellles e a Magonza da dove, trasferite su carri, raggiungevano il Tirolo fino ad Egna; qui, caricaate su zattere, lungo l'Adige arrivavano a Verona e Venezia. Un tragitto alternativo era: Magonza Norimberga - Augusta - Innsbruck - Bolzano - Verona.
Per preservare buone posizioni alle manifatture veneziane sui mercati stranieri, la Serenissima aveva vietato il transito via fiume dei prodotti di lusso (sete e lane pregia te) provenienti dalla Padania e dal resto della penisola.
Per controllare le merci in transito a Verona, aveva invece istituito un rigido servizio fin dal XV secolo con la Dogana dell'Isola, sulla sinistra dell'Adige, per le merci provenienti dalla Germania e dal Nord (la più importante) e la Dogana del Ponte Navi, sulla destra del fiume, per le merci provenienti da Venezia.
L'Ufficio dei Provveditori dell'Adige, istituito a metà del '500, era composto da tre senatori che sorvegliavano il corso del fiume, controllavano gli argini, vigilavano sulle merci in transito, sovrintendevano alle installazioni industriali.
Particolari norme sanitarie per evitare che merci infette diffondessero epidemie furono emanate soprattutto dopo la peste del 1575.
Le operazioni di disinfezione cui erano sottoposte merci e persone venivano chiamate «sboro» o «espurgo», così come il luogo dove erano compiute (in genere situato alla periferia della città, vicino ai corsi d'acqua).
Dopo la peste del 1630 fu necessano costruire uno stabile per i colli di merci in transito, che venne ampliato nella prima metà del Settecento e diviso all'interno in due parti.
Nel 1748 venne inaugurata la Dogana di San Fermo, vasta, funzionale ed elegante, ma dopo un decennio il commercio atesino cominciò a declinare, perché l'Austria perfezionava ad Ovest la rete stradale dei Grigioni (dove affluivano le merci dal Nord Europa) e ad Este potenziava i porti di Trieste e Fiume, dove affluivano le merci dalla Boemia, dalla Slesia e dalla Moravia.
I barcaioli e gli zatterieri operanti sull' Adige erano riuniti in associazione fin dal XII secolo.
Da Laives-Bronzolo le imbarcazioni scendevano trasportate dalla corrente e risalivano trainate da dieci-dodici cavalli.
Da Bronzolo a Trento il viaggio durava mezza giornata; da Trento a Verona due giorni.
I posti di attracco più importanti erano a Bronzolo, Laives, Egna, Salorno, San Michele, Sacco: quest'ultima ottenne nel 1714 il privilegio esclusivo della fluitazione e fondò la celebre «Compagnia Spedizioni di Sacco».
Le zattere usate erano lunghe fino a 28 metri, larghe 5-6 e avevano da 4 a 7 timoni.
La navigazione fluviale cessò nel 1858, con la costruzione dellla ferrovia del Brennero e delle moderne strade. La fluitazione, antico sistema di far giungere i tronchi a valle, continuò invece fino al 1913.

DELFINI ISOLE SPARSE FLEGREE 23 MAGGIO 2010 RIPRESE ONISTO


08.43

Renato De Paoli - Posted from the web - Pubblico -


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giovedì 10 giugno 2010

Valorizzazione area fluviale del Menago in località Vallette nel Comune di Cerea”

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Geografia - Regioni

Descrizione:

Questo gruppo ha lo scopo di promuovere e divulgare il progetto di “Valorizzazione area fluviale del Menago in località Vallette nel Comune di Cerea”.



Il gruppo è concepito come una sorta di diario del cantiere, potrete trovare dei testi descrittivi e delle fotografie delle singole fasi del cantiere.



Il cantiere è ancora in itinere e sarà concluso nell'autunno 2009.



Il Progetto di “Valorizzazione area fluviale del Menago in località Vallette nel Comune di Cerea” è stato finanziato con fondi CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), dalla Regione Veneto (art. 22 “Cofinanziamento delle intese istituzionali di programma” della Legge Regionale 5/2000) e dal Comune di Cerea (VR).



GUARDATE LE FOTO, SONO ESPLICATIVE DELLE SINGOLE FASI DEL CANTIERE!

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Questo gruppo ha lo scopo di promuovere e divulgare il progetto di “Valorizzazione area fluviale del Menago in località Vallette nel Comune di Cerea”.



Il gruppo è concepito come una sorta di diario del cantiere, potrete trovare dei testi descrittivi e delle fotografie delle singole fasi del cantiere.



Il cantiere è ancora in itinere e sarà concluso nell'autunno 2009.



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lunedì 7 giugno 2010

X DISCESA DEL BISATTO 13 GIUGNO 2010

X Discesa del Bisatto


DOMENICA 13 GIUGNO 2010

ITINERARIO FLUVIALE CANONISTICO

Ore 8.30 Ritrovo presso parcheggio Zona Industriale di Longare CON PROPRI MEZZI NATANTI. Straordinariamente la

partenza avverrà dall’approdo di casa Novello (vicino nuovo ponte autostrada).

Ore 9.00 Partenza: si transiterà per Ponte di Lumignano, Ponte di Castegnero, Ponte di Nanto e Ponte di Mossano. Quindi sosta al

nuovo pontile presso Az. Agr. BARBIERI. Visita Azienda con degustazione prodotti e aperitivo per tutti. Quindi proseguimento

per Ponte di Barbarano (dove sarà abbassato lo sbarramento del Leb) si costeggerà Monticello per giungere verso le 13.00 al

vecchio porto di Albettone, dove la Pro Loco servirà un pranzo aperto a tutti gli iscritti.

I° ITINERARIO TERRESTRE CICLOTURISTICO

Ore 9.00 Ritrovo presso sede Pro Loco Nanto con BICICLETTE proprie

Ore 9.30 Partenza: il percorso sarà scelto dagli organizzatori

Ore 13.00 Arrivo: al vecchio porto di Albettone, dove la Pro Loco servirà un pranzo aperto a tutti gli iscritti.

II° ITINERARIO TERRESTRE CICLOTURISTICO

Ore 8.45 Ritrovo presso sede Pro Loco Lonigo con BICICLETTE proprie

Ore 9.00 Partenza: il percorso sarà scelto dagli organizzatori

Ore 13.00 Arrivo: al vecchio porto di Albettone, dove la Pro Loco servirà un pranzo aperto a tutti gli iscritti.

III° ITINERARIO TERRESTRE CICLOTURISTICO

Ore 8.45 Ritrovo presso sede Pro Loco Noventa con BICICLETTE proprie

Ore 9.00 Partenza: il percorso sarà scelto dagli organizzatori

Ore 13.00 Arrivo: al vecchio porto di Albettone, dove la Pro Loco servirà un pranzo aperto a tutti gli iscritti.

COSTO DEL SINGOLO ITINERARIO € 5,00

COSTO DEL PRANZO € 10,00

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO VENERDI’ 11 GIUGNO

Per organizzazione deve intendersi solo il coordinamento, pertanto la responsabilità ed il rischio di partecipazione sono personali.

• Servizio Affaticati e Scopa; Servizio di rientro per imbarcazioni

• Per i canonisti solo con propri natanti consigliato il giubbetto salvataggio e obbligatoria dichiarazione di non responsabilità

• Per i ciclisti vige il codice stradale

• Possibilità di aggregazione anche durante il tragitto, sia per i ciclisti che per i natanti

3^ Discesa del Bacchiglione

DOMENICA 27 GIUGNO 2010

Organizzato in collaborazione tra

Comune di Montegalda, Associazione Pescatori e Consulta Ambiente

PARTENZA ORE 9.30 PRESSO PORTO DI COLZE’

domenica 6 giugno 2010

05.21.2010 **** ISCHIA RENATO AL TIMONE ALBA 822.avi

ACOA ISOLE SPAMPINE VNIVERSIXA' SPARE' BOSCO SACRO (SA ACOO)

LE ISOLE DEI VENETI PER VOLERE DELLA DIVINA PROVVIDENZA
FONDATE SULLE ACQUE, E CIRCONDATE DALLE ACQUE SONO PROTETTE DA ACQUE IN LUOGO DI MURA: CHIUNQUE PERTANTO OSERA’ ARRECARE
NOCUMENTO IN QUALSIASI MODO ALLE ACQUE PUBBLICHE SIA CONDANNATO COME NEMICO DELLA PATRIA E SIA PUNITO
NON MENO GRAVEMENTE DI COLUI CHE ABBIA VIOLATO LE SANTE MURA DELLA PATRIA.
IL DIRITTO DI QUESTO EDITTO SIA IMMUTABILE E PERPETUO.


VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV
MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM

VENETORUM URBS DIVINA DISPONENTE
PROVIDENTIA IN AQUIS FUNDATA, AQUARUM
AMBITU CIRCUMSEPTA, AQUIS PRO MURO
MUNITUR: QUISQUIS IGITUR QUOQUOMODO
DETRIMENTU PUBLICIS AQUIS INFERRE
AUSUS FUERIT, ET HOSTIS PATRIAE
IUDICETUR: NEC MINORE PAENA
QUA QUI SANCTOS MUROS PATIAE VIOLASSET:
HUIUS EDICTI IUS RATUM PERPETUUM
ESTO

Dettata dall'Umanista

GIOVANBATTISTA CIPELLI

Detto L' EGNAZIO

(Venezia 1473-1553)



VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV

VENETORUM VRBS DIVINA DISPONENTE

PROVIDENTIA IN AQUIS FVNDATA , AQVARVM

AMBITV CIRCUMSEPTA , AQVIS PRO MVRO

MVNITVR: QVISQVIS IGITVR QVOQVOMODO

DETRIMENTV PVBLICIS AQVIS INFERRE

AVSVS FVERIT , ET HOSTIS PATRIAE

IVDICETVR: NEC MINORE PAENA

QUA QUI SANCTOS MUROS PATIAE VIOLASSET: ...



OGGI AL MVSEO CORRER ISOLA VENXIA



Iscrizione in marmo nero con lettere incise dorate ,

era posta sopra gli stalli dei MAGISTRATI ALLE ACQUE

IN RIO ALTO

MAGISTRATURA ISTITUITA DALLA REPVBBLICA ISOLE VENEXIA

NEL 1505

Vista da Renato De Paoli al Museo Correr Venezia il dicembre 2008 un giorno prima della festa del Tabarro.(12 €uro d'ingresso).







TRADUZIONE RENATO DE PAOLI



ISOLE VENEXIA VRBES DIVINE DISPOSTE

PROVVIDENZIALMENTE ACQUA FONDA,

ACQUATICI AMBITI CIRCE SETTE

AQVE PRO MVRI MVNITE:

CHIVNQUE OSERA' IN MODO QUALVNQUE

DETRIMENTO PVBBLICHE ACQUE

INFERNALI SI FARANNO

E FOCI PATRIAE INVITTE

NON MINORE PENA

QUA QUI SANTO MURO PATITE VIOLASSE.



TRADUZIONE RENATO DE PAOLI



ISOLE SPAMPINE' VENEXIA

LE ISOLE SPAMPINE' SOTO EL BOSCO
ISOLE SACRE COSITA FATE DA DIO

E PROVIDENZIALMENTE CON ACOA FONDA,E SPIAIA

NELA ACOA TANTA CHE TUTI NE INVIDIA CIRCE SETE MARI

A COE AL POSTO DE MVRI LA GA':

CHIVNQUE GAVARA' EL CORAIO' IN MODO QUALVNQUE

DE TIRAR VIA L'ACOA

FINIRA' INFERNALMENTE TRATA' CI SUGARA' E SE FARA' SUGAFOSI

DA IN DOE NASE L'ACOA A IN DOE SU L'OSTIA VEN FORA

E IN MEZO GH'E' LE ISOLE TUTE PATRIAE MAI VENZE

E NO SARA' DATA MANCO STAR MAL IN VITA E IN ZIEL

A CI L'ACOA A TIRA' CHE L'E' LA PROTEZION SANTA

E STAR TANTO MAL A CI A IMBROIA' LE CARTE NO FAR

QUEL CHE STA LEGE LAPIDARIA OBLIGAVA E OBLIGA.

sabato 5 giugno 2010

Archeologia:trovato mercantile veneziano

Archeologia:trovato mercantile veneziano Notizia del 4 giugno 2010 - 21:55
Nei pressi di un'isola croata, era naufragato nel Cinquecento

(ANSA) - VENEZIA, 4 GIU - Un mercantile veneziano naufragato nel Cinquecento e' stato trovato a 42 metri di profondita', vicino l'isola di Mljet, (rente a Meleda in Dalmaxia) in Croazia. A bordo,8 pezzi di artiglieria e un carico di ceramiche turche. Il reperto e' ora oggetto di una campagna di scavi archeologici sottomarini diretta dal Dipartimento di Archeologia subacquea dell'Istituto di Restauro Croato di Zagabria in collaborazione con un'equipe del Dipartimento di Scienze dell'Antichita' e del Vicino Oriente dell'Universita' Ca' Foscari.
Dalle Isole Sparse  VeneXia Millo Bozzolan.