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lunedì 20 febbraio 2012

VENERE EUPLONIA PROPIZIATRICE BONI NAVIGANTI



Il primo fiore della Dea fu, senz’ombra di dubbio: Rodov ovvero la rosa, che secondo i più informati era nata addirittura dalla stessa schiuma che aveva generato la Dea. Rodos è anche il nome del figlio o figlia (le testimonianze si fanno incerte) di Afrodite e Poseidone, dio del mare, collegato anche coi tori ed i cavalli che ha un rapporto particolarissimo con lei, troppo passionale per essere fraterno, troppo libero per definirsi coniugale.
Omero associa con tutta naturalezza la rosa ad Afrodite nell'Iliade, canto XXIII, verso 186: è il culmine delle tragedia, Achille ha ucciso Ettore e minaccia di gettarlo in pasto ai cani, ma non avviene perché:

"... i cani li teneva lontani la figlia di Zeus, Afrodite
di giorno e di notte, l'ungeva con olio di rose,
ambrosio, perché, Achille non lo scorticasse tirandolo..."

Per avere una descrizione completa dei giardini d'Afrodite dobbiamo invece aspettare il VI sec. a. C. con le intramontabili parole di Saffo, la poetessa greca che dirigeva un tiaso, connesso appunto al santuario della Dea da un sacro giardino:

..."da Creta a questo tempio
divino: v'è un bosco gentile
di meli, are vaporano d'incensi.
L'acqua fredda risuona fra le rame
del melo e la radura è un'ombra
di rose. In un palpito di foglie
cola sopore.
Nei pascoli prativi, fioriture
di primavera: spira un alito
di finocchi, soave..."

Pochi sanno, infatti, che il melo era sacro alla Dea e che il suo frutto n'era addirittura considerato un'epifania. Nel giardino di Saffo c'era però anche un melograno, che si diceva piantato da Afrodite stessa, e poi cerfoglio, meliloto, finocchi, salvia e viole La viola mammola viene, infatti, associata alla rosa nella confezione di corone ed è citata già da Pindaro (ditirambo II v. 24-25) di qui e non già da un'immagine reale, Leopardi trasse la famosa "donzelletta che vien dalla campagna col mazzolino di rose e di viole", anche perché, nei nostri climi le viole fioriscono da febbraio ai primi di marzo, mentre per le rose bisogna attendere maggio inoltrato.

Infine nel giardino greco non mancavano mai i papaveri, con cui si preparavano pappette calmanti e sonniferi.
Così addomesticati i giardini d'Afrodite continuarono ad essere frequentati anche in città.
Mentre fiorisce la civiltà greca il resto del Mediterraneo sta a guardare un po’ perplesso e non di rado critico: nella Bibbia si fa strada l’opposizione fra i "giardini d'Afrodite" e la buona terra, in cui si coltivano alimenti ed affetti legittimi e nel mondo ellenistico "andare a Cipro" diventa sinonimo di folleggiare… ma navigando verso Occidente ci aspetta una grossa sorpresa: Roma s’identifica senz’altro come figlia della Dea!

Venus era in principio uno spirito asessuato, che fecondava e proteggeva gli orti ed i giardini coltivati; solo più tardi, a contatto con lo spregiudicato mondo ellenistico, diventa degna erede d’Afrodite. Virgilio non inventa la storia della fondazione di Roma da parte di Enea, ma si riferisce ad un mito antico, in parte suffragato dalla storia: dopo caduta di Troia, che la tradizione fa risalire al 1184 a. C. numerosissimi fuggiaschi, indenni e carichi di provviste e gioielli, riuscirono a mettersi in mare e fondarono un numero considerevole di città, soprattutto considerando l'epoca!

Verrebbe quindi del tutto logico pensare che il frutto di questo movimento siano state appunto le città che vantano infatti origine troiane: Ferrara, Mantova, Piacenza, Parma, Imola, Pisa, Prato, Fiesole, Metaponto, Siris ed in Italia; Salamina sull'isola di Cipro; Parigi, Troyes e Vannes con gran parte del territorio loro annesso in Francia. In realtà basta un'occhiata ad una cartina del Mediterraneo per notare che, a parte le vicende di Metaponto, fondata da Nestore e di Siris, che vantava il culto della vera Atena di Ilio, le colonie greche non sono affatto le città che vantano origini troiane: nell'Italia Settentrionale, per esempio, sono autentiche colonie solo Adria e Spina, mentre in Francia il fenomeno interessò il Meridione, ma il legame coi troiani è rivendicato dal Nord. E c'è di più: quasi tutte le città che vantano "origini troiane" non sono state fondate affatto, ma nascono del tutto spontaneamente da agglomerati locali in gran parte autoctoni, etruschi in Italia e gallici in Francia, in cui i rapporti commerciali col medioriente appaiono documentati solo molto più tardi e precisamente quando la Magna Grecia è ormai una realtà storica.

Infine tutte le città in questione sono vicine all'acqua e possiedono un porto marittimo o fluviale. Particolarmente interessante è la somiglianza tra il territorio delle Venezie nell'Alto Adriatico ed il territorio dei Vénètes, attorno all'attuale Vannes, entrambi a carattere lagunare, con una vita organizzata nello stesso modo. Le popolazioni, che parlano un linguaggio completamente diverso, hanno tuttavia dedicato a Venere la propria terra. Afrodite greca nasce dalla spuma del mare ed è innanzitutto una dea della fecondità legata all'acqua. Quando i Rodi fondano Parthenope vi istituiscono il culto di Afrodite Euploia, propiziatrice della "buona navigazione".

Come Afrodite o come Venere la Dea continua ad essere il nume tutelare dei viaggi per mare e quindi la fondatrice delle nuove città, siano esse greche o troiane, tanto che pur d'avere la sua protezione le più superbe potenze non esitano ad "inventarsi" un passato di scon
fitte.
Ma non basta: anche i Visconti, duchi di Milano e la Francia Merovingia vanteranno, in pieno medioevo, origini troiane!

domenica 19 febbraio 2012

Severino: "Situazione grave" marinai italiani saranno arrestati

I due Marò coinvolti nell'uccisione di due pescatori e il comandante della petroliera sono stati fatti scendere dalla nave. L'incontro tra gli alti funzionari e i rappresentanti del ministrero degli Esteri indiano è andato male. Farnesina "Atti unilaterali della polizia"

http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/19/news/enrica_lexie_accordo_per_interrogare_marinai_tensione_a_bordo_con_la_polizia_indiana-30138684/

 

sabato 18 febbraio 2012

NAUTICA E PORTI

INT - Nautica, Censis: Più viaggi in motore ma porti insoddisfacenti
Il Velino - Italy
I porti turistici esteri, riferisce il Censis, sono largamente apprezzati
non solo dal punto di vista della qualità e quantità dei servizi offerti,
...
<http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=660302>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news?hl=it&ncl=http://www.ilvelino.it/articolo.php%3FId%3D660302>

La pratica navigazione Isole Sparse Veronesi Sete Mari.

MEZA MOTO E MEZO SCAFO

http://www.youtube.com/watch?v=Nq8Fn55axd4&NR=1

MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM

BARCHE
http://images.google.it/images?gbv=2&ndsp=20&hl=it&safe=active&q=DISEGNI+BARCHE+NAVI&start=0&sa=N

http://www.youtube.com/watch?v=vfRdFm8szvc

http://www.youtube.com/watch?v=sbrsr8bjDpw
SVENTOLA LA BANDIERADELLA REPUBBLICA VENETA
http://www.youtube.com/watch?v=a6Cb83BDXhE&NR=1
ARTISTA LIVIO DE MARCHI IN FERRARI SUL CANAL GRANDE A VENEZIA
http://www.youtube.com/watch?v=Q8LdCyUtqcI&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=wtMuzB69fp8&feature=related


http://www.youtube.com/watch?v=mJJQWbJ5XCw&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=avl6XTtPDD0&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=2EtSePEb9d4&NR=1

http://www.youtube.com/watch?v=WdgMAdzjHDg&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=CVuSRrVVG2c&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=6_5fZO82znM&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=OnQD9184lFo&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=go3ZQMVU5js&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=4U9NDuMdv78&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=eLLCU5pjngU&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=wHnJSEmF1M0&feature=related

TRABICOLI PER N’DAR PAR ACUA
http://www.youtube.com/watch?v=jtuDM4itQJM
http://www.youtube.com/watch?v=9iRnSHIrCa0&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=oKG9LTLGsGo


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http://www.youtube.com/watch?v=ss5ujbhoLAc

CORSI PAR COMANDANTI, TIMONIERI MOTORISTI PER BARCHE E NAVI PER ACQUE INTERNE

Nell ambito del progetto ForIndLog, iniziativa finanziata dal Fondo Sociale Europeo chevede le Province di Mantova, Bergamo, Brescia e Cremona unite nell intento di promuovereformazione e ricerca di alto livello nel campo dei trasporti, l'Azienda Speciale Formazione Mantova(For.Ma) - in collaborazione con la Provincia - propone una Scuola di Navigazione
SCHIZA SU STO STRAMBOTO PAR CAPIR MEIO
http://mail.google.com/mail/?ui=1&attid=0.1&disp=vah&view=att&th=11a104d5c68097fb

LEGGI ITALIANE SU LA NAVIGAZION INTERNA

http://www.italgiure.giustizia.it/nir/lexs/1949/lexs_149952.html

SETE MARI VENETI

Su le trace dE GUIDO ROSADA rivisitazion critica De Paoli Renato (prima parte)

PLINIO., Naturalis historia, libro III, 119-120;

I Septem Maria

L. BOSIO, I Septem Maria, in “Archeologia Veneta”, II, 1979, pp. 33-44.

Tacito:

su quantum inter Padam Alpesque camporum et urtium,

che veniva a costituire, il

florentissimam Italiae latus (31).

LAX - LATO - LAXO - LAGO - FIORENTISSIMO

(31) TACITO ., Hist., II, 17, 1. Per « l'arcipelagp endolagunare situato ai piedi delle Alpi » ed esteso « fino al fondo dell'Adriatico e alle Legioni vicine », cfr. STRABO, II, 5, 29, 128.

DALL'AGLIO, La così detta "Via Aemilia A Itinate ", 1992. Secondo la Scarpa, Strabone alluderebbe 'ad una via Bologna

Ostilia - Verona - Vicenza - Bassano - Montebelluna -Conegliano - Sacile - Fontanafredda' (SCARPA BONAZZA B., Concordia Romana, 1978, p.l23, nota 378).


Livio (Ab urbe condita,Libro X, 2, 4-15) narra la fallita invasione di Cleonimo SECOLO IV A.C. (NOBILE GRECO IN CERCA DI FORTUNA NEI LIDI INTERNI INTORNO A ESTE fra gli

"stagna...inrigua aestibus marinis" contigui all'"ostium fluminis praealti" del Medoaco (c. 25 a.C.) -,

non è stata mai interrogata nel suo pregnante significato

non a caso le Alpi delimitano "un golfo" endolagunare LAX VENE XK).

ALPI E' IL PLURALE DI = AL PO = SINGOLARE AL PI = PIU' DI UNO


Sono in realtà i concetti all'interno dei quali si trasmettono lettere e informazioni " STRA BONE " degli antichi, a cominciare da Polibio che cita gli storici a lui precedenti perché vedevano le Alpi come inaccessibili, aspre (33), ma ugualmente avverte che le stesse sono state spesso varcate dagli eserciti dei Celti e che numerose tribù vi hanno sede (34); del resto esse sono pure una sorta

« di acropoli rispetto alla penisola Italiaca tutta » (35). Da quest'ultima definizione polibiana trae sicuramente spunto Livio per affermare che « le Alpi sono i bastioni non solo della penisola, ma della stessa civiltà Latina; ed è dall'alto di queste che Annibale mostra ai suoi i fertili (beneficati dal limo) paleo AVI PO» (36).


(32) STRABO, II, 5, 28, 128; V, 1, 3, 210-211.
(33) POLYB., III, 47, 9.
(34) POLYB., III, 48, 5-7. SU altri piani cir. anche HORAT., Carm., IV, 14, 10-12 e PLIN., Nat. hist., III, 136-137 (per le popolazioni alpine sottomesse da Augusto).
(35) POLYB., III, 54, 2-3. Cfr. CATO, Orig., frg. 85, in Historicorum Romanorum Reliquiae, a cura di H. Peter, I, Lipsiae 1914 2 (rist. Stutgardiae 1967).
(36) LIV., XXI, 35, 8-9.
Le Alpi sono tuttavia bastioni del tutto particolari, come si avvertirà in seguito, che, oltre a presentare valichi e passaggi soprattutto praticabili nel settore orientale del sistema, non hanno mai costituito nel loro complesso una valida ed effettiva linea di difesa.

E in realtà da sempre la strategia difensiva per quanto riguarda la penisola italiana si è giocata "al di qua" della catena alpina, nei PALO AVE I del PO - ERIDANO - PADUS - PADUM - (cir. P. UGOLINI, La formazione delsistema territoriale e urbano della Valle Padana, in Storia d'Italia. Annali. 8. Insediamenti e territorio, Torino 1985, p. 166 ss. - Anna Maria Ronchin Il tempo della Dea 2006 EDAR Vicenza).


viam Claudiam Augustam quam Drusus pater Alpibus bello patefactis derexerat munit a/o Altino

( o a flumine Pado) usque ad fiumen Danavium (42).

(42) CIL, V, 8002-8003 ( = IBR, 465). Sui miliari cfr. G. WALSER, L impegno dell imperatore Claudio nella costruzione delle strade (1980), Bologna 1982, P. 28 SS.; A. DONATI, Alpibus lhello patoiactis, « Historia », Einzelschriften-Heft 60, 1989, PP. 21-24; sulla Claudia Augusta cfr. da ultimo L. BOSIO, Le strade romane della Venetia e dell'Histria, Padova 1991, pp. 133-147 (ivi bibliografia precedente).

se non anche a quelli attorno al Venetus lacus - Costanza (53) o ai Venetalani, un gruppo del Lazio già scomparso ai tempi di Plinio il Vecchio (54).
(53) MELA, III, 2, 24.
(54) PLIN., Nat. hist., III, 69.

(si pensi in proposito alla valenza che assume lo sviluppo del sistema portuale veneto), c'è ormai, come è noto, un'ampia letteratura recente, alla quale conviene rimandare (55).

Voglio soltanto sottolineare il valore che in un simile quadro

fisiografico assumeva il fenomeno delle maree, (alta e bassa quattro volte al giorno) perché era un fenomeno che colpiva molto l'attenzione degli antichi scrittori,geografi, poeti al punto che lo si trova trasversalmente ripreso da Vitruvio a Livio, a Strabone, a Claudiano, a Procopio, a Cassiodoro e fin'anche a Paolo Diacono (56).

LA TANTA ACVA UNIA DA MANTOA COL MINCIO PO ERIDAN - AESIS - CHE TRI DRENTO METEA ACVA E TRI VEN ZO E MILE (COME SE CIAMA ANCA ANCO') MILE RIVOLI- HOSTILIA - HOS TILIA - HOSTIUM - FOCE -OSTILIA OSTIGLIA è d'altra parte questo continuo alternarsi di flusso e deflusso garanzia della salubrità eccezionale (incredibilis) delle ACVA SACRA che si situavano MANTO A VERONA, LE ISOLE SPAMPINE' - ADRIA - circum Altinum, Ravennam, Aquileiam e insieme di una attività di pesca, CACCIA , USI CIVICI, TRANSUMANZE, largamente praticata e praticabile, NELL'ENDOLAGUNA PROTETTA DA LIDI SABBIOSI E IN COMUNICACAZIONE CON BARCHE (non soggetta ai guasti causati dall'acqua stagnante PROVOCATI DA LE ROSTE PER ESEMPIO A GUATALLA = GUASTA L'ACVA); era (MA POTREBBE RITORNARE ANCORA IN POCO TEMPO)un DEL TUTTO naturale che consentiva LA NAVIGAZIONE AI PORTI DIFFUSI ANCHE Se CON bassi fondali, che dobbiamo credere diffusi suLLA vastA superficiE ENDOLAGUNARE, E NON SOLO NEL RISTRETTO ambito lagunare ATTUALE(57);l'ACVA, allo stesso tempo consentiva ALLE BARCHE E ALLE NAVI, anche di imboccare la foce dAL MARE INTERNO che PERMETTEVA ALL'ESTESISSSIMA ENDOLAGUNA Adrianorum DI USCIRE ALLA BISOGNA NELL'OCEANO APERTO.

L'ENDOLAGUNA (ESTESISSSIMA) AVEVA VARIE IMBOCCATURE O BOCCHE O BOLGE CHE PERMETTEVANO ALLE BARCHE di risalirli, secondo le diverse condizioni di navigabilità ( verso I PORTI più internI della decima Legio - REGIO: « LE ISOLE IN TERA FERMA' DA PALI SE NO COREA VIA TUTO>> così, per riprendere una felice espressione di Procopio, « si rendeva navigabile in pieno continente (ENDOLAGUNA) ». Insomma
le maree, che erano già di per sé un evento straordinario, assumevano caratteristiche assai più rimarcabili negli spazi racchiusi della laguna immensa dai paleoalvei dell'Adda al TIMAVO - TRI AVO - (che NELL'ADRIANUS E - adriese - prendevano anche il nome di SETE mari a), tanto che, stando alle parole di Strabone e di Paolo Diacono, potevano venire correlate addirittura
« agli stessi fenomeni dell'oceano(MARE ADRIATICO) ».
E naturalmente ciò prende ancor più evidenza NELLA X Legio,

« soprattutto nella parte abitata dai Veneti »,PER MEZZO DI PALAFITTE in cui

« l'intero ARCI PELAGO abbonda di ACUA eD E' UN IMMENSO LAGO - LAX VENE X K - ENDOLAGUNA »,

come dice sempre Strabone (59), al quale si aggiunge in seguito Servio, che in proposito ribadisce la presenza di una riccHEZZA INFINITA DI ACQUA affermando che proprio perché

fluminibus abundans la pleraque pars Venetiarum

era favorita « per le necessità del commercio, della caccia e pure delle colture dei campi » (60). Si viene a sapere dunque che anche per I TRASPORTI D'ACQUA ERANO UTILI PER TRASPORTARE I PRODOTTI ANCHE scopi agricoli, (MA ANCHE IL LEGNAME DELLA SELVICULTURA SI SPOSTAVA GALLEGGIANDO DI PORTO IN PORTO VEDI LEGNA GO - LEGNAGO PORTO ESEMPIO CON LE FAMOSE ACCISIE = INCISE = TASSE SUL PEDAGGIO DEL LEGNO) in molti casi, ci si poteva o doveva spostare ANCHE utilizzando barche (ovviamente adatte alla bisogna, planis alveis, o come le lintres) E IL LEGNAME UNITO IN ZATTERE DIVENTAVA ESSO STESSO IMBARCAZIONE ADATTA SIA A NAVIGARE, ESSERE GUIDATA CON APPOSITI TIMONI A MANUBRI E TRASPORTARE PERSONE E COSE, CON PERSONE SPECIALIZZATE IN QUESTO MESTIERE CHE percorrendo itinerari DA LORO CONOSCIUTI , SULL'ACQUA , per bassi fondali o lungo fiumi (i vada stagnorum di Livio) (61). Sono le stesse ROTTE d'acqua che, assieme a ROSTE ALZARI e altre opere artificiali, ritroviamo puntualmente citate da Vitruvio e da Strabone (62), « per cui da una parte lE iSOLE vENGONO drenatE PER FAR SPAZIO ALLA coltivaZIONE, dall'altra viene SALVAGUARDATO L'ATTRACCO, IL PORTO , LO SQUERO, PER GARANTIRE LA FACILE, PRATICA, REDDITIZIA navigazione » SALVAGUARDATA E TUTELATA PRIMARIAMENTE FINO AL 1797.

(55) Cfr. da ultirni (ivi la bibliografia precedente) i testi citati supra a n. 5.
(56) VITR., Dearch., I, 4, 11-12; LIV., X, 2, 5-6; STRABO, V, 1, 5, 212; 7, 213-214; CLAU DIAN., Carrn., XXVIII, 494-499; PROCOP., De b. Goth., I, 1, 16-23; CASSIOD., Var., XII, 24; PAUL. DIAC., Hist. Lang., I, 6.
(57) Cfr. HERODIAN., VIII, 6-7.
(58) STRABO, V, 1, 8, 214.
(59) STRABO, V, 1, 5, 212.
(60) SERV. auctus, In Georg. I, 262.
Per i tipi di imbarcazione cfr. M. BONINO, Barche e navi antiche tra Aquileia e Trieste in Grado nella storia e nell'arte, « Antichità Altoadriatiche » XVII, 1, 1980, PP. 57-83 (e bibl. ivi) e insieme G. UGGERI, La navigazione interna della Cisalpina in età romana, in Vita sociale, artistica e commerciale di Aquileia romana, « Antichità Altoadriatiche », XXIX, 2, 1987, PP. 305-354; ID., Aspetti archeologici della navigazione interna della Cisalpina, in Aquileia e l'arco adnatico, cit. a n. 5, PP. 175-196.
(61) LIV., X, 2.
(62) VITR., Dearch., I, 4, 11-12; STRABO, V, 1, 5, 212. SU queste fonti cfr. BOSIO, Note per una propedeutica, cit. a n. 8, PP. 95-126, MUSEO NAVALE VENEZIA, MUSEO CERVARESE SANTA CROCE (PD), MUSEO RAMBOTTI, MUSEO NAVIGAZIONE INTERNA BATTAGLIA PADOVA SCUOLA NAVIGAZIONE INTERNA GOVERNOLO - MANTOVA -


All'epoca di Catullo, come è noto, la stessa isole di Verona (ricorda una per tutte piazza isolo) mostra molte sue acue interessate dalla vasta ENDOLAGUNA unita da acua per barche a fondo piatto a da palo (cava palus), da ISOLE CIRCONDATE e difese DA ACQUA e non penetrabili dal lato fangoso (lutum, grave caenum) e acquitrinoso (lacus) (64)
(64) CATULL., XVII, 4, 9-11, 25. Cfr. A. CORSO, Amliiente e monumenti della Cisalpina in Catullo, « Aquileia Nostra », LVII, 1986, CC. 583-584.

Per l'irrigazione naturale basti ricordare quanto si legge in Virgilio:

« Che dire poi di chi, dopo la semina, di propria mano rıfà ıl lavorato e rompe i cumuli infecondi di terreno arido e poi porta sul seminato l'acqua corrente con i suoi rigagnoli? e, quando il campo seccato brucia e le erbe muoiono, fa scatutire l'onda dal ciglio di un sentiero inclinato?. . . che dire. . . di chi drena l'acqua per allargare l'isola sottraendo all'acqua quello che da sempre fu solcato da barche a fondo piatto con palo? POI per mezzo dELLA sabbia che SI estrae dall'acqua, alza le rive e fa si che le isole assorbano meglio e siano asciutte? Soprattutto se, nelle variazioni stagionali, NEL variare della quantità d'acua nel tempo, ci sono stagioni in cui l'acqua esce dalle alzare e ricopre con la sua coltre di limi i PALO AVI e poi finita la stagione delle piogge, le isole ne sono ricoperte all'intorno e nelle bocche si formano enormi "poce" "lagoni" che ci fanno godere nella loro tiepida acqua il piacere de ogar? » (67).


(67) VERG., Georg., I, 104-117. Cfr. anche ibid. II, 207-211. Sulle bonifiche nell'antichità e sulla cultura a essa sottesa si vedano da ultimi R. CHEVALLIER Geografia, archeologia e stoHa della Gallia Cisalpina. 1. Il quadro geografico (1980), Torino 1988, P. 282 S. e G. TRAINA, Paludi e /~onifiche del mondo antico. Saggio di archeologia geografica, Roma 1988.

Ci sono anche i richiami di natura suggestiva la « villalam palustrem, coperta di frasche di giunco e di fasci di carici » (68).

(68) Append. Vergilio., Priap., 3, 1-4:

Runc ego, o iavenes, locum villalamque palustrern

tectam vimine iunceo caricisque maniplis,

quercus arida. . ./nutrior. . .


Per lo sfruttamento delle terre e l'approntamento di "infrastrutture" nelle province e in particolare della Britannia cfr TAC., Agr., 31
(!« . . .il lavoro di un anno nei campi è il frumento che bisogna consegnare » ai Romani, n.d.r.—
« e anche il nostro corpo e le nostre braccia si logorano, tra bastonate e insulti, a costruire strade per loro in mezzo nelle acque da palo e nelle foresta. . . >>).

E non vi è dubbio che un ulteriore significato strategico logistico veniva offerto alla regione in mediterraneo (interna) (69) del settore nord orientale della pen’isola dalla presenza di quel gran numero di fiumi e corsi d'acqua che collegavano interno ad esterno, acqua estesa interna e rivierasca e di cui Plinio ci fornisce la testimonianza più completa (70). Tra tutti importante, perché "serviva" l'intera Transpadana, era il

Padus, quem Italiae soli fiavioum regem dicunt (71);

era infatti la sua acqua che garantiva, con le sue infinite diramazioni deltizie, un' intenso rapporto dinamico, economico e funzionale tra le Isole Sparse una vicina all'altra nel LAX VENE X K racchiuse nel mare (interno ai lidi sabbiosi) e poi le barche e le navi potevano raggiungere gli aperti lidi (esterni) sull’Oceano Adriatico.
Così definito "fructuosus" (72) proprio per la qualità di rotte navali e di barche che permettono la comunicazione sicura, veloce e lo spostamento di gran quantità di generi e di persone in maniera affidabile sia in tempi di pace sia in quelli di guerra(in caso di guerra, per esempio, l"'hinterland" si riforniva del necessario per la sussistenza dal mare (interno) ma anche dall'Oceano, utilizzando imbarcazioni, naves, capaci di portare anche in risalita del fiume).
Senza contare le acque interne lacustri, quali quelle afferenti alla Legione e lago BENACESE , sono certamente i PALO AVI /E che la natura feconda abbondante e provvidenziale rende quaest'acqua fluviale capace di costituire una solida e articolata nervatura che riconduce a una unità d'insieme le rilevanti differenze morfologiche e di paesaggio naturale presenti nella decima Legio. Sono in realtà collegamenti su rotte d'acqua ches'innervano in mezzo alla foresta planiziale che tutto collegano e tutto tengon ben diviso e attraverso questo unico sistema di "PORTO VENETO" tutto è tramite e tutto si raccorda (tra il mare interno e le Isole Interne e l'Oceano esterno adriatico con le Isole Esterne Adriatiche, Istre, Dalmate, Ionie, etc. ) su cui è certo sostanzialmente basarsi la fisionomia omogenea della DECIMA LEGIO - REGIO che altrimenti omogenea non è, neppure e specialmente a livello etnico, anche l'ultimo comando è ancor oggi di tre stitpi VENETE HENETE ENETOI CHE IMPERANO SU ALTRE QUATTRO, COME SPIEGA VIRGILIO.

(69) STRABO, V, 1, 5, 212; PLIN., Nat. hist., III, 130; PTOL., II, 8, 7; III, 1, 28-30.
(70) PLIN., Nat. hist., III, 117-121, 126-129 e n. 63.
(71) IORDAN., Get., XXIX, 150. Cfr. VERG., Georg., I, 482.
(72) POLYB., II, 16, 6-15; III, 75, 2-3; LIV., XXI, 57,5; STRABO, IV, 6, 5, 203-204; V, 1, 5, 212; MELA, II, 62-64; PLIN., Nat. hist., III, 123; CASSIOD., Var., IV, 45; S. AMBROSIUS, Hexaem., II, 3, 12. Cfr. CHEVALLIER, Geografia, cit. a n. 67, PP. 134 SS., 160 S.; M. CALZOLA Rl, 11 Po tra geografia e storia, << Civiltà padana », I, 1989, PP. 13-43.

E’ nella Venetia in particolare, di essa tuttavia ci si doveva (MA NACHE OGGI) "appropriare" per mezzo di una "normalizzazione" sistematica, senza trascurare il potenziamento delle cosiddette infrastrutture e di ogni PORTO, CIAVE, BOCA, PONTE, PORTA, comunque funzionale della DECIMA LEGIO - REGIO .

Ora pare anche indubbio che a un siffatto sforzo volto alla "razionalizzazione" e alla progressiva trasformazione del paesaggio, non dovette essere disgiunto neppure uno sforzo di

trasformazione più sottile,(COME OGGI E SPECIALMENTE NEGLI ULTIMI DUECENTOUNDICI ANNI) di stampo "ideologico-culturale", così come altrove l'ho definito (76).

Soltanto in una tale prospettiva infatti si può spiegare, a mio avviso, quella straordinaria fioritura di cultura latina che si sviluppò nella decima regio, segnatamente nel cuore della Venetia, tra I sec. a.C. e I d.C., al punto da produrre, oltre al poeta novas veronese Catullo, i massimi cantori "ideologici" del principato augusteo e insieme del mito e dell'idea di Roma, un altro poeta, il mantovano Virgilio, e uno storico, il patavino Livio (77)

(76) Cfr. G. ROSADA, Funzione e funzionalità della Venetia romana: isole , insule, mare INTERNO, OCEANO ESTERNO, ACQUA, fiumi, come risorse per un'egemonia espansionistica, PER Misurare QUANTO SI RIUSCIVA A CONQUISTARE TERRA ALL' ACQUA PER FAR centuriazionI e ACCONTENTARE "GLI INGORDI COLONI" SCRIVE VIGILIO, ASSAI NUMEROSI QUELLI MANDATI QUI ANCHE AL TEMPO DEL MONDO romano. Il caso veneto, Modena 198,4, p. 34.
(77) A questi, altri autori si potrebbero ancora aggiungere che sembrano complessiva mente confermare l'aura particolare che si doveva vivere nella Venetia del I sec. a.C. Cfr. G. ROSADA, IL TERRITORIO, le aggregazioni insediative e le loro strutture urbane nella 'decima regio'. Alcune linee per l'archeologia della 'civitas Venecia' in Storia di Venezia, I, Roma c.s.

Si possono ben intendere allora, con il medesimo proposito di cui si diceva, gli espliciti riferimenti di Cicerone come

« il fiore e la forza della pen’isola », nonché come

« salda sicurezza dell'impero del popolo latino, l'ornamento della sua dignità » (78).

(78) CICERO, Orator, 34; Phil., III, 5, 13. Cfr. anche TAC., Hist., II, lt, 1.

Plinio il vecchio e la pratica navigazione Isole Sparse Veronesi Sete Mari.

ISOLE SPARSE LEGNAGO PORTO TORETA VENETA. Bena cese Mincio Fissero-Tion, tartaro, tregnon, menago, naviglio, buse, a dice, frata -Canalbianco: il futuro del’acua Contrà paserà anche dala navigazion fluviale turistica. Un futuro che è già atuale parquanto riguarda la navigazion privata .LA NAVIGAZION OSTILIA - BASTION SAN MICHELE -TRON - TARTARO - TREGNON - MENAGO - TORETA VENETA LEGNAGO NO ESISTE PIU' CI L'A' CIAVA' GA DA RISPONDAR E DARLA DEOLTA. AI POSTERI.

DIRITTO IN MARE E OCEANO

ANCHE L’AVVOCATO BREGANZE DI VICENZA DA’ RAGIONE ALLA REPUBLICA ( ISOLE SPAMPINE’ ) VENEXIA


GIACOMO BREGANZE 1773 – 1835


Sulla libertà dei mari: considerazioni
Di Giacomo Breganze, N. DA GOOGLE
NOTE DI RENATO DE PAOLI

COMMISSARIO STRAORDINARIO DI POLIZIA
DIPARTIMENTO ADIGE MINCIO

1802 – 3  1814 – 15


“NELL’APRILE 1797 LE PROVINCIE VENETE FURONO MUNICIPALIZZATE SOTTO LA REPUBBLICANA INFLUENZA FRANCESE. L’ORGANIZZAZIONE ERA PROVVISORIA , MA OGNI MUNICIPI D’UNA PROVINCIA ERA GOVERNO, IL QUALE NON SOLO AMMINISTRATIVA, MA FACEVA LEGGI PER LA SUA PROVINCIA. IN ETA’ DI 23 ANNI (INVERO INESPERTO GIOVANE) IO FUI CREDUTO DI SEDERE NELLA MUNICIPALITA’ DI VICENZA. DOVE PER SOMMA VENTURA DEL MIO PAESE PRESE STANZA LA DIVISIONE DEL GENERALE JOUBERT. FU POI VENTURA MIA CHE QUESTO GENERALE NON PER TUTTI DI FACILE ACCESSO MI PRENDESSE IN SOMMA AFFEZIONE CHE NON TERMINO’ CHE COLLA VITA DI LUI. DE’ DUE GENERALI DI BRIGATA CHE PUR DIMOSTRAVANO IN QUELLA CITTA’ DIVENNI INTIMISSIMO, DI MONNIER, (CHE CELEBRE POI SI RESE PEL SOSTENUTO ASSEDIO DI ANCONA)..

MI FU DATA LA PRESIDENZA DEL COMITATO MILITARE.
“PER IL TRATTATO DI CAMPOFORMIO ERA LIBERO AD OGNI VENETO PER LA DISSOLUZIONE DELLA PIU’ ANTICA DELLE REPUBBLICHE IL SCEGLIERE DOMICILI IN QUELLE CHE SI AGGREGAVANO ALLA REPUBBLICA CISALPINA ALLORA PROCLAMATA. IO SCELSI QUEST’ULTIMO PARTITO , E MI RECAI A MILANO. “ERA MILANO ALLORA IL FOCOLAIO DI MILLE INTRICHI IN CUI PRENDEAN PARTE MENO ANCORA I NAZIONALI CHE I NUMEROSI RIFFUGGITI PIEMONTESI, VENETI, TOSCANI, ROMANI, NAPOLETANI, TUTTI PREDICATORI DI PATRIOTTISMO , MOLTO BISOGNOSI DI SUSSISTENZA. ..(..) , IO FECI RELAZIONE CON QUETI ESTERI E COI NAZIONALI, PER CONOSCERE I RAPPORTI DELLE LORO PERSONE COLLE VICENDE POLITICHE;…(SI VASTA COMPAGNIA MI RESTRINSI A TEMPERATO NUMERO DI INDIVIDUI PREGEVOLI PEI LORO PRINCIPI , PEI LORO TALENTI, PER IL RETTO SOCIALE ANDAMENTO.-
DAL PRIMO GENNAIO 1798 ALL’APRILE 1799, BREVE STADIO PERCORSO DALLA PRIMA REPUBBLICA CISALPINA UNITA, MA FECONDISSIMO D’AVVENTURE , E DI CIVICI RIVOLGIMENTI ANCHE PER L’ARBITRIO E PER LA PREPOTENZA DEI FRANCESI PROCONSOLI, IO NON EBBI SOLO AD OCUPARMI DI STORICHE INDAGINI. RIAVVIAI RELAZIONE COL GENERALE BRUNE GIA’ CONOSCIUTO A PADOVA, E VENUTO POSCIA JOUBERT AL COMANDO DELLE ARMI DESTINATE A PROTEGGERE LA NASCENTE REPUBBLICA (CISALPINA N.D.R), IO VISSI CON LUI E PER LUI , SINCHE’ L’IMPOSSIBILITA’ DI FARE IL BENE LO CONSIGLIO’ AD ABBANDONARE QUELL’INCARICO. EGLI MI REGALO’ L’AFFEZIONE DI SUCHET, ALLORA CAPO DELLO STATO MAGGIORE, E M’ACQUISTAI DA ME STESSO QUELLA ANCOR PIU’ DOLCE E PIU’ CARA DELL’EGREGIO E COLTISSIMO ST. CY NUGUES, ALLORA DI SUCHET SEGRETARIO , E PIU’ TARDI GENERALE DI BRIGATA E SUO CAPO DI STATO MAGGIORE NELLE IMMORTALI CAMPAGNE DEL MARESCIALLO IN ISPAGNA. JOUBERT PARTENDO MI APERSE PURE UNA REALZIONE COL GENERALE MOREAU CHE IN APPRESSO FU COLTIVATA. – QUANTO AL CIVILE IO FUI ELETTO IN QUELL’EPOCA GIUDICE DIPARTIMENTALE AL BENACO , MA NON NE ASSUNSI LE FUNZIONI PERCHE’ TROPPO MI AVREBBERO TRATTO FUORI DEL GRAN TEATRO, E NON SEDETTI NEL CORPO LEGISLATIVO NEL CONSIGLIO DE GIUNIORI (IO ERA GIA’ DE SUPPLENTI).

INFINE DOPO LA FUGA DEL MINISTRO PIOLTINI MI FU CONSEGNATO IL PORTAFOGLIO DEL MINISTERO DELLA POLIZIA GENRALE , CHE TENNI FINO ALLA NOMINA DEL SIGNOR PERSEGUITI, TEMPO BREVISSIMO , MA MOLTO AMPIO PER CHI AMANDO DI SAPERE LE COSE AVEVA UN GRAN QUADRO DINANZI A SE’, E L’ABITUDINE DI RETTAMENTE OSSERVARE.
DOPO L’APILE 1799, AVENDO SEGUITO LA SORTE DELLE ARMI FRANCESI (..) MI TRASSERO A VIVER CON ESSI..(…) ..
“USCITO IN SEGUITO DAL BLOCCO DI GENOVA , LA BATTAGLIA DI MARENGO MI RIPOSE A MILANO. SI CREDETTE CHE NELLE FUNZIONI DELLA POLIZIA GENERALE IO POTESSI ESSERE UTILE ALLO STATO, ED ESSE MI FURONO AFFIDATE QUANDO COL TITOLO DI VISISTATORE, E QUANDO CON QUELLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO. RIPIGLIATE LE OSTILITA’, IL GOVERNO TROVO’ OPPORTUNO DI DARMI SEGGIO IN UNA DEPUTAZIONE PERMANENTE CHE PER LUI STAVA PRESSO IL GENERALE BRUNE, OVE IO ERA PUR LEGATO IN AMICIZIA COL SIGNOR VERN DI LUI SEGRETARIO PRIVATO; MA PUBBLICATA LA PACE DI LUNEVILLE, E POCO DOPO TRASFORMATA LA REDIVIVA CISALPINA IN REPUBLICA ITALIANA, IO DALLA POLIZIA GENERALE A CUI M’ERA RICONDOTTO, FUI PER POCHI MESI TRASPORTATO A FUNZIONI AMMINISTRATIVE, E QUINDI AL RISORGERE DI NOVELLI BISOGNI, DONATO NOVELLAMENTE ALLA PARTITA POLITICA COL TITOLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO DI POLIZIA PRIMA DEL BASSO PO, INDI AL PANARO, IN ULTIMO AL MELLA. IO ERA IN TAL CARICA NELL’ANNO 1805, ALLORCHE’ NAPOLEONE CINSE IL SUO CAPO DELLA CORONA DI FERRO, E DICHIARAI CHE NON AVREI PIU’ SERVITO IN QUELLA PARTITA: MA RINATA NUOVA GUERRA, E MASSENA GENERALE IN CAPO , AVENDOMI RICHIESTO AL QUARTIER GENERALE COME CIVIL MAGISTRATO , ACCETTAI CHE IL GOVERNO MI NOMINASSE STRAORDINARIO DI POLIZIA GENERALE NEI DIPARTIMENTI D’ADIGE E MINCIO, IN IMMEDIATO CONTATTO CON LUI, MA CON PROTOCOLLATO IMPEGNO CHE SI ACCETTEREBBE ANCHE LA MIA RINUNZIA ALLORCHE’ IO MANIFESTASSI CHE RENDEVASI INUTILE L’OPERA MIA.

CIO’ ACCADDE NEL TERZO MESE (…)
… NEL MAGGIO 1806 : APERSI STUDIO DI AVVOCATO IN MILANO, APPLICANDOMI QUASI ESCLUSIVAMENTE ALLE CAUSE DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE , LE QUALI AGITAVASI IN SECONDA SEDE DINANZI AI MINISTERI, ED IN ULTIMO CONFLITTO AL CONSIGLIO DI STATO. (REPUBLICA D’ITALIA VASSALLA FRANCESE N.D.R) …..(…)
FUI NOMINATO GIUDICE ALLA CORTE D’APPELLO NEI DIPARTIMENTI CHE NEL 1808 VENERO TOLTI AL SOVRANO DI ROMA (IL PAPA N.D.R.) ED AL REGNO D’ITALIA AGGRGATI, E NON NIGHERO’ CHE IO CHE SAPEVA TUTTO, FUI COLPITO IMPROVVISAMENTE DA TALE NOVITA! GIUSTIFICAR POTREBBE PER ALTRO UNA TALE IGNORANZA IL PROFONDO ED INSOLITO SECRETO CON CUI FU CONDOTTO LO SVILUPPO D’UN TALE INTRICO: TUTTO SI FECE NEL GABINETTO.”SI PUO’ AGEVOLMENTE CIO’ CHE TUTTI SEPPER NEL TEMPO A MILANO, CIOE’ CH’IO RIMANDAI LA LETTERA ALLORCHE’ MI VENNE RECATA, MA SPETTA ALLA MIA STORIA PARTICOLARE IL RIFERIRSI COME, E PERCHE’ COSTRETTO OBBEDII. ALL’INTERSSE DI QUESTO (1 NOTA DI GIACOMO BREGANZE) CONTO RESO APPARTIENE SOLO IL CONOSCERSI CHE GIUDICE D’APPELLO IN ANCONA SINO ALLA FINE DEL 1811, E TRASLOCATO ALLA CORTE D’APPELLO IN BRESCIA IN PRINCIPIO DEL 1812 OVE MI TROVAI ALLA CADUTA DEL REGNO IO NON HO CESSATO PER LA MOLTITUDINE DEL REGNO, E FUORI DEL CENTRO , ALCUNE PUR ANCO D’INDOLE MISTICA, D’ESSERE AL GIORNO DI QUANTO D’IMPORTANTE ACCADEVA. LA POLIZIA DEL GABINETTO NE ERA ANCHE GELOSA, MA INUTILMENTE; NON V’ERA QUASI FRA SUOI ESPLORATORI E STIPENDIATI , CH ALTRE VOLTE NON AVESSE SERVITO ME, E NON SI CREDESSE TENUTO A SERVIRMI ANCORA TUTTE LE VOLTE CH’IO LO ESIGESSI: NE’ LA VIOLAZIONE DEL SEGRETO POSTALE LE PORGEVA MEZZOD’INTEROMPERE LE MIE COMUNICAZIONI, PERCHE’ NELLA MIA GRAN VALIGIA NON ENTRAVAN ALTRE MIE LETTERE SE NON QUELLE CHE NON ERAN ALTRIMENTI RACCOMANDATE.- FU MERO AZARDO CHE SULLA FINE DEL 1813 IO AVESSI AVVICINARMI AL PRINCIPE EUGENIO. – IN VISTA DI ALCUNI ERRORI CH’ERANO STATI COMMESSI NEL PRESERVARE L’ALTO BRESCIANO DALLE INCURSIONI DELLE BANDE NEMICHE SCENDENTI DAL TIROLO, UN ALTO FUNZONARIO SI AVVISO’ DI MOSTRARGLI UNA MIA LETTERA DI QUELLE CHE APPUNTO VIAGGIAVANO NELLA VALIGIA POSTALE DOV’ERANO NOTATI. …(..)..
FRA IL PRINCIPE EUGENIO (BUARNAIS ?N.D.R.) E ME, L’INTIMITA’ NACQUE ALLORA DI SUBITO , E DI SUBITO ANDO’ COSI’ INNANZI, CH’EI NON SOLO NON MI TENNE IGNOTI I SUOI PENSAMENTI COME VICE RE, E COME GENERALE , MA NEPPURE QUELLI CHE SI RIFERIVANO ALLE COMBINAZIONI PERSONALI; FU DIPENDENTEMENTE DA RAI CONFIDENZE CH’IO ASSUNSI DEL GENNAIO 1814 (1 NOTA DI GIACOMO BREGANZE) UNA MISSIONE DI CUI SARA’ FATTO CENNO NEI SUPPLEMENTI (2) NOTA DEI GIACOMO BREGANZE)

Vvvvvvvvvvvvvvvvv
TRE CITTA’ D’ITALIA PISA, GENOVA, VENEZIA , (EFFIMERO TROPPO FU LO SPLENDORE DI D’AMALFI) SI SOTTRASSERO AL SOMMO IMPERO , LE DUE PRIME DE’ RE GERMANICI, L’ULTIMA DEI SOVRANI DI BISANZIO: QUELLE AVEAN PICCIOLO TERRITORIO , NIUN QUESTA , E TUTTE CERCARONO NEL COMMERCIO LA PROPRIA PROSPERITA’. IL MARE ADRIATICO, IL TIRRENO, IL LIGUSTRICO, FURONO BEN PRESTO PIENEI DI NAVIGLI, E SERVENDO LE CROCIATE A DISCOPRIRE NOVELLI RAMI DI UTILE CONTRATTAZIONE, FURONO VISITATE A VICENDA LE COSTE E PORTI DELLA SPAGNA, DELL’AFRICA , DELLA SIRIA, DELL’ASIA MINORE, DELLA TAURICA CHERSONESO. FINCHE’ FU VIVO ANZI IL FUOCO ACCESO NELL’OCCIDENTE DELLA ROZZA ELOQUENZA DI PIETRO EREMITA E DAI PII CLAMORI FANATICI DI SAN BERNARDO, NON LICE DI DUBITARE , CHE NE’TRE SUACCENNATI POPOLI IL SUBBIETTO DEL COMMERCIO NON FOSSE CHE SECONDARIO , RESTANDO IN ATTITUDINE DI PRINCIPALE QUEL DEL NOLEGGIO ONDE TRAGHETTARE TANTE ORDE RINASCENTI DI CROCE-SEGNATI. GRAND’ERA LA SMANIA DI ARRICCHIRE IN QUESTI TRE NUOVI POPOLI , E POVERO E SCARSO IN PARAGONE ERA IL CAMPO IN CUI MIETERE. NON POTEVASI DA UNO ATTIVARE UN PROGETTO DI LUCRO SENZA CHE L’ALTRO NON ASPIRASSE A DIVIDERLO. I PISANI FURONO ANIENTATI DAI GENOVESI , I VENEZIANI DOVETTERO LA LOR SALUTE ALLE DISCORDIE DI GENOVA ( – CORSI N.D.R) NON MENO CHE ALLA LORO SAGGEZZA. VENEZIA PRESE UNA PREPONDERANZA , CHE PIU’ NON PERDETTE SINO A TANTO CHE VASCO DE GAMA NON EBBE OLTREPASSATO IL CAPO DI BUONA SPERANZA. VENEZIA PROVVEDEVA DA SOLA ALLA PENISOLA ITALICA, LA GERMANIA , LA FRANCIA , L’INGHILTERRA, LA SPAGNA ED I REGNI ANCOR POCO NOTI DEL NORD, DELLE MERCI D’EGITTO, DELLA SIRIA, DELL’ARABIA, DELLA PERSIA, DELL’INDOSTAN…(..)
I VENEZIANI AVEAN SEGUITO LO STESSO PIANO DE’ CARTAGINESI , E POCO CURARONSI DA BEL PRINCIPIO DI CONQUISTE MEDITERRANEE (OCEANO INTERNO “TRABONE” N.D.R.) .
VENEZIA FATTA ALLENAZA CON I LITORALI, RADE, SCALE (SCALI) E I PORTI ISTRI E DELLA DALMAZIA (I SYA= STRIA – CI VEGNEA DRENTO L’OCEANO ADRIATICO E I SETE MARI VEDEA LE STRIE N.D.R.).
CON CUI TRATTAVA UNA INFINITA’ DI LEGNAME, DA COSTRUZIONE, OTTIMI MARINAI , E RIFUGIO DI PORTI E RADE ECCELLENTI. DI LA SI SPENSE ALLE COSTE DELLA GRECIA E DELL’ASIA MINORE; LE ISOLE JONICHE, QUELLE DELL’ARCIPELAGO , L’EUBEA, IL PELOPONNESO, CANDIA, CIPRO, RICONOBBERO LE SUE LEGGI; LA SUA FORZA ACCRESCIUTA DIVENNE APPOGGIO AL COMMERCIO CONSOLIDAVA LA SUA FORZA. ELLA NON AVEA D’UOPO DI POSSEDIMENTI NE’ REGNI OCCIDENTALIA , PERCHE’ TUTTO L’OCCIDENTE APRIVA LIBERAMENTE I SUOI PORTI ALLE SOLE NAVI, CHE GLI RECAVANO LE MERCI STRANIERE: ELLA NON NE AVEVA D’UOPO IN EGITTO E NELLA SIRIA, PERCHE’ I MAMELUCCHI , CHE SE NE RESE PADRONI , SEPPERO PERSUADERSI DI NON ACORDARE , CHE SE NON SOLO VENEZIANI L’ACQUISTO DELLE PRODUZIONI D’ARABIA E DELL’INDO, CHE TRAGHETTAVANO IL MAR ROSSO, E QUINDI PER VARI SENTIERI METTEAN FOCI IN ALESSANDRIA, IN ALEPPO ED IN ALTRI EMPORI. MA VENEZIA VOLLE DIVENIR POTENZA CONTINETALE: AVEVA DENARO ED EBBE SOLDATI: LE PROVINCIE VICINE DELLA MARCA TREVIGIANA DURONO LE PRIME AD ALLEARSI A VENEZIA. DI FATTI NON CO’ SOLI SUOI MEZZI (MA ANCHE CON L’ALLEANZA DI TUTTE LE ALTRE ISOLE ENDOLAGUNA) ELLA FRENO’ LE CONQUISTE DI MASTINO III SCALA (BASTARDO NON RICONOSCIUTO DALLE ISOLE ) (CHE VENGEN SCONFITTO A CASTAGNARO DA ACUTO ALLA FINE DEL SECOLO XIV. N.D.R) , MA SI VALSE DE VISCONTI DI MILANO E DE ROSSI DI PARMA: NON CO’SOLI SUOI MEZZI STERMINO GLI STESSI SCALIGERI, MA SUSCITO’ CONTRO DI ESSI L’AMBIZIONE DEI CARRARESI DI PADOVA, CHE PRETESERO POI DI PUNIRE; (…)..
VENEZIA ACQUISTAVA NELLE TERRA FERMA’ (ISOLE SPAMPINE’) SEMPRE QUALCHE NUOVA PROVINCIA (ISOLA), MA LE SUE GUERRE SEMPRE ALTRESI’ FRAMMISCHIATE DI TREGUE, DI TRATTATI, DI PROTEZIONI ACCORDATE AI DEBOLI CONTRO I POTENTI, NON ISVELAVANO IL SUO PIANO, ED APPENA LASCIARONLO SOSPETTARE AI FIORNETINI ED AI PAPI. (…)
….“LA RICCHEZZA DI UNA NAZIONE STABILISCE LA SUA PREPONDERANZA NEL SISTEMA POLITICO, E RISALENDO ALLE CAUSE DI QUESTE RICCHEZZA, LE OSSERVAZIONI ARRESTARONSI NEL COMMERCIO DE’VENEZIANI, RESO FONTE INESAURIBILE DI MEZZI, PERCHE’ DIVENUTO ESCLUSIVO.”
NEL TRATTARE IL MIO TEMA , IO DEGGIO AGGIRARMI SUL SUBBIETTO DI VENEZIA, PERCHE’ SINO ALLA SCOPERTA DELLEINDIE LA STORIA NON OFFRE ALTRI ESEMPI DI NAZIONI, CHE PER L’IMPERIO DEL MARE ABBIANO SPIEGATA INFLUENZA DECISIVA SUL DESTINO DEL CONTINENTE. ELLA NE DIE’ PROVA IN CENTO GUISE PIU’ MANIFESTA , QUANDO STRETTI IN LEGA A CAMBRAI L’IMPERATORE GERMANICO, LA SPAGNA , LA FRANCIA , IL PONTEFICE, E QUAI SATELLITI DE’ PIANETI MAGGIORI, I MOLTI PRINCIPI E SIGNORI D’ITALIA, POTE’ ELLA CONTRO TUTTI (CON L’AIUTO ISOLANO N.D.R) DIFENDERSI , RESPIGNERE LE INVASIONI , RIORGANIZZARE GLI ESERCITI DISFATTI, ED INTRODURRE LA DISCORDIA NE GABINETTI DE’ PRINCIPALI ALLEATI, OGNUN DE’ QUALI AVREBBE POTUTO RAPIRLE LA SUA TERRA – FERMA’ ( E QUI SI SBAGLIA GIACOMO BREGANZE. N.D.R.). FU L’OPULENZA CHE OPERO’ UN TAL PRODIGIO , FU IL COMMERCIO CHE TENNE VIVA TALE OPULENZA , FU L’IMPERO DEL MARE ( OCEANO INTERNO POICHE’ IL MARE ERA L’ENDOLAGUNA DEI SETTE MARI N.D.R.), CHE RESE ESCLUSIVO QUESTO COMMERCIO. (E FU LO SPIRITO VENETO N.D.R. )

LIBERTA’ DEI MARI.
DEL DIRITTO DI LIBER NAVIGAZIONE , E COMMERCIO MARITTIMO.

GLI INGLESI E GLI OLANDESI FURONO I PRIMI A CONSIDERARE CHE NON POTEA LA PROPRIA NAZIONE IN RICCHEZZA E POTENZA , SE NON CHE IL COMMERCIO ASSICURATO DAL POSSESSO DELLE REMOTE REGIONI, CHE IL DIRITTO DI SCOPERTA AVEVA CONCESSE ALLA SPAGNA . DIFATTI, L’OLANDA POSTA FRA LA FRNACIA E L’IMPERO GERMANICO NON POTEA LUSINGARSI DI FAR BRILLANTI CONQUISTE FRA TERRA ; ED I REGNI BRITANNICI, OVUNQUE CIRCONDATI DAL MARE , NON AVEAN NEPPURE UNA FISICA ATTITUDINE AD INGRANDIMENTO IN EUROPA. QUESTE DUE POTENZE NON POTEVANO OTTENR CONSIDERAZIONE CHE TENENDO LE ALTRE AGITATE, SIGNOREGGIANDONE GL’INTERESSI, ASSOLDANDONE I DISSAPORI E CREANDO L’OPINIONE CHE TUTTO POTEA FARSI OV’ESSE INCLINAVANO. ..(..)
ALL0RCHE’ LA DISPUTA SUCCEDE TRA IL FORTE E IL DEBOLE, QUESTO RICORREE AI PRINCIPI DI NATURA E DELLA SANA RAGIONE : NON SI MISURA CON LE ARMI SE NON QUANDO DA UNA PARTE S’AUMENTA IL VIGORE, DALL’ALTRA DIMINUISCE.
INSORSERO DAPPRIMA DAGLI SCRITTORI, CHE POSERO IN DUBBIO IL DIRITTO ESCLUSIVO DEGLI SPAGNOLI (E DELLE ISOLE VENEXIA E ALLEATE N.D.R.) INSORSERO DAPPOI DE’ PRIVATI NAVIGATORI , CHE TENTARONO UN MARE IGNOTO CERCANDO DI SFUGGIRE ALLA VIGILANZA DE SUOI TIRANNI. ..(..) L’INGHILTERRA AVEVA UNITI DEI VASCELLI A DIFESA : SCEMANDO IL TIMORE DELLA MAGGIOR FORZA NEMICA, ELLA IMPIEGOLLI AD OFFESA: LE ARDITE CORSE MARITTIME DEGLI HOWARD E DEI DRAKE LE FECER CONOSCERE, CHE NON ERA LONTANO IL GIORNO DELLA SUA GLORIA. … (…)
COMPARVE INVECE (AL POSTO DELLA TEOLOGIA N.D.R.) SUL CAMPO TEORETICO IL GIUS DI NATURA E DELLE GENTI ; E NEL PRATICO RIEBBER LA LUCE LE LEGGI RODIE , VERE OD IMPURE CHE CI SIEN PERVENUTE; LE ROMANE CHE TRIBONIANO AVEA GUASTE, MUTILATE, DISGIUNTE, ED IL CONSOLATO DEL MARE , CHE I PISANI CREARONO SECONDO L’OPINIONE PIU’ RICEVUTA DE’ CRITICI, BENCHE’ POSSA ESSER LAVORO DI MOLTI POPOLI E DI MOLTE ETA’ DAI PISANI RACCOLTO LA PRIMA VOLTA, E COSTRUTTO A FORMA DI CODICE. ( E QUI GIACOMO BREGANZE OMMETTE GRAVEMETE IL DIRITTO DE MAR VENETO. N.D.R.)

...(...) AL VENETO CARLO ZENO , PARTITANTE DI MARE , CHE CON POCHE GALEE TENEVA IL FRENO DELLA NAVIGAZIONE NEL MEDITERRANEO (NELL ‘OCEANO INTERNO N.D.R.)…(..)
NON SONO I NODI DEL SANGUE CHE CONIUGANO I SOVRANI , MA QUELLI DELL’INTERESSE. ..(…)…
IL MARE E’ SICCOME L’ARIA ; IN PROPRIETA’ CIOE’ DI NESSUNO. SE TALE E’ IL MARE , NE AVVIENE CHE QUALUNQUE NAZIONE PUO’, SENZA FAR TORTO ALL’ALTRA , NAVIGARE , PESCARE, PORTARE ALTRUI LE PROPRIE DERRATE, L’ALTRUI CONDURRE NE’ PROPRI PORTI; E SE NON FA TORTO AD UN’ALTRA, NE AVVIENE CHE QUESTA NON POSSA ALLA PRIMA VIETARE IL COMMERCIO, LA NAVIGAZIONE , LA PESCA. DUE NEMICI SI OFFENDONO IN QUALUNQUE LUOGO S’INCONTRANO: ESSI POSSONO OFFENDERSI PERTANTO SUL MARE COME SULLA TERRA: MA PERCHE’ PONNO INCONTRARSI IN UN PUNTO O NELL’ALTRO DELL’IMMENSA SUPERFICIE MARITTIMA , NON SE NE RITRAE GIA’ A CONSEGUENZA , CHE L’USO DI QUESTA SUPERFICIE SIA TOLTO AL RIMANENTE DEGLI UOMINI , E DIVENGA TERRITORIO DI LORO ESCLUSIVA GIURISDIZIONE ; O CH’ESCLUSIVA GIURISDIZIONE CI ACQUISTI COLUI DE DUE COMBATTENTI, CH’E ‘ RIESCITO AD ABBATTER L’ALTRO ….(…)..
I POPOLI DEBOLI ACCLAMARONO CON ESSI LA LIBERTA’ DEI MARI, MA I POPOLI FORTI NE SORRISERO. …(..)..

IL PRIMO PATTO DELLA TRANSAZIONE FU DA TUTTI ACCETTATO; ESSO ATTIENE ACIO’ CHE UN MARE TERRITORIALE SIA DI ESCLUSIVA PROPRIETA’ DI QUEL POPOLO CHE SIGNOREGGIA IL SUOLO, (L’ISOLA SE PARLIAMO DELL’ENDOLAGUNA VENEXIA N.D.R.) DA CUI QUESTO MARE CIRCONDISI: TALI SONO LE BAIE , I PICCIOLI GOLFI, E TALI ANCHE I GRANDI, ALLORCHE’ IL TRAMITE , PEL QUALE IL MARE S’INSINUA ENTRO TERRA (ISOLE N.D.R.) SIA TALMENTE RISTRETTO , CHE DAI DUE PUNTI OPPOSTI DELLA DISTANZA POSSA L’ANZIDETTO POPOLO AGEVOLMENTE CUSTODIRE , O PROTEGGERE , O DAR LEGGE AL TRAMITE ISTESSO. UN SECONDO PATTO PUR TROVO’ AGGRADIMENTO : QUELLO DI RIGUARDAR TERRITORIALE ED ALTA A RIDURSI IN PROPRIETA’ QUELLA ESTENSIONE DI MARE

mercoledì 1 febbraio 2012