Visualizzazioni totali

mercoledì 7 dicembre 2011

Stangata sulle barche,rischio fuga «Andranno nell’ex Jugoslavia»

Stangata sulle barche,rischio fuga «Andranno nell’ex Jugoslavia»

Carte nautiche e gps per tracciare la rotta verso l’Istria dalla prossima estate potrebbero non servire più, perlomeno ai possessori d’imbarcazioni sopra i 10 metri che, tra Veneto e Friuli VeneziaGiulia sono oltre 15mila e rappresentano il 75% del fatturato delle darsene. Perché se già da anni le offerte delle nuove marine spuntate qua e là tra Slovenia, Croazia e Montenegro sono sempre più allettanti, l’introduzione della tassa di stazionamento decisa dal governo Monti rischia, con la forza di un soffio di Poseidone, di spostare in un colpo solo i maxiyacht negli attracchi dell’ex Jugoslavia. Ma più che una possibilità, per il veneziano Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas (l’associazione italiana porti turistici) è praticamente una certezza, tanto che alcune agenzie di servizi nautici e broker hanno già iniziato da ieri la spedizione di email pubblicizzando i prezzi vantaggiosi delle marine croate. «Siamo costernati da questa tassa – commenta amareggiato Perocchio – che annienta anni d’investimenti e che cancella la nostra reputazione internazionale. Per Veneto e Friuli poi, è doppiamente penalizzante: non c’è solo l’Istria, con la nuova autostrada per Spalato in un paio d’ore arrivi anche inDalmazia… e pensare che il comprensorio dell’Alto Adriatico era leader nella nautica da diporto e un grande hub per le mete del Mediterraneo». Da 5 euro a 703 euro al giorno, significa che, tanto per fare un esempio, un’imbarcazione da 11 metri pagherà sui 2mila euro all’anno di tassa, mentre un 18 metri può arrivare a pagare 11mila euro. Ai quali ovviamente vanno sommate le spese di darsena, manutenzione e quant’altro. In Croazia la tassa costa dai 125 ai 200 euro e ogni anno la riduzione è del 10%. Considerato che sul mercato attualmente si può comprare un 11 metri a vela usato a 35-40mila euro, il balzello governativo trasforma la barca in un superlusso. «Andava considerata in maniera diversa la distinzione tra vela e motore – ribatte Perocchio – le cilindrate e la vetustà dell’imbarcazione. Tramite Ucina (i costruttori ndr.) e Confturismo stiamo premendo per ottenere queste modifiche. I cantieri nautici sono già alle prese con un calo del fatturato del 70%, penso solo alle difficoltà gruppo Ferretti, questa è la mazzata finale.Dobbiamo finirla di considerare la barca un lusso: parliamo di gente che non ha la casa al mare o inmontagna perchè ama la libertà delle onde, con 100mila euro oggi compri dei 15 metri meravigliosi, eppoi scusatemi, perchè allora non tassiamo chi compra i motorhome da 100 o 200mila euro?». La delocalizzazione nautica, per ragioni di confine, è ancora più sentita in Friuli Venezia Giulia: «Sarà un esodo di massa – evidenzia Maurizio Sponza,

Nessun commento:

Posta un commento